In questa pagina riportiamo alcune fonti dalle quali abbiamo tratto spunto nella realizzazione degli abiti ed accessori da noi indossati per l'epoca medievale.
Sin dall'inizio della nostra attività in campo storico-ricostruttivo abbiamo cercato di impostare le nostre ricerche in modo da poter essere "fedeli ricostruttori", cioè in modo da presentare non un gruppo in costume, bensì degli uomini e delle donne di un tempo antico.
Tale scelta iniziale ha, dunque, indirizzato i nostri studi verso le fonti iconografiche più note a livello internazionale, come la Bibbia Maciejowski, il Codice Manesse o l'Arazzo di Bayeux, fonti che in vario modo riproducono immagini del periodo da noi illustrato.
Unitamente alle fonti classiche, abbiamo cercato informazioni a livello locale; così è stato in particolar modo per l'identificazione dei personaggi e delle famiglie nobiliari rappresentate nel nostro blasone.
Per completezza espositiva, abbiamo pensato di mettere a confronto alcune immagini delle fonti iconografiche con gli accessori da noi realizzati, unendovi una breve descrizione.
Abito maschile
L'ABITO MASCHILE tra XI e XIII secolo non subì grandi modifiche di stile; in tutta Europa gli influssi del mondo barbarico e di quello latino si erano uniti per creare una moda abbastanza comune: lunghe tuniche, più o meno impreziosite, tessute con materiali semplici quali la lana, il lino e la canapa, ma anche con materiali più preziosi quali la seta ed il cotone.Un fiorente mercato dei tessuti in tutto l'Occidente aveva permesso di far conoscere le lavorazioni arabe ed orientali alle grandi capitali dell'allora Europa. I tessuti impreziositi da filamenti aurei o da lavorazioni "damascate" vennero esportati in tutto il mondo sino ad allora conosciuto, diventando appannaggio di grandi famiglie nobiliari. Il Vercellese ed il Canavese con le rispettive grandi città (Vercelli ed Ivrea) furono in parte interessati da questo "mercato della moda"; disposte lungo i percorsi che conducevano in Francia, mete certe dei pellegrini diretti sulla Via Francigena a raggiungere Roma, Vercelli ed Ivrea furono importanti centri di cultura e di storia già nel Medio Evo. L'abito maschile del nostro territorio, dunque, poteva rispecchiare le caratteristiche tipiche dei paesi d'oltralpe; lo sviluppo della manifattura laniera, gli allevamenti ovini, caprini e bovini consentivano di ottenere tessuti naturali e pelli necessarie per le fodere interne o per le calzature.
Abito femminile
Anche l'ABITO FEMMINILE aveva caratteristiche particolari. L'unico capo intimo delle donne era la lunga CAMICIA indossata, come per l'uomo, tanto di giorno quanto di notte.Le MEZZE-CALZE avvolgevano il polpaccio femminile che, comunque, difficilmente veniva scoperto al pubblico, a meno di non voler passare per una donna di malaffare.Come per l'uomo, la TUNICA aveva dimesioni, forme e colorazioni diverse, che contribuivano ad identificare l'appartenenza sociale della donna.Molta cura veniva rivolta, poi, alle acconciature ed ai copricapi: la donna, a meno di non essere vergine ed in giovane età, non poteva portare i capelli sciolti o, ancor peggio, scoperti.Così miniatori ed artisti si sbizzariscono nel rappresentare i copricapi femminili: dalla semplice cordicella che cinge il capo per le fanciulle, ai veli e sottogola di domine e matrone; dalle corone in cuoio rivestito ai diademi in fronte.
Abbigliamento militare
Per completezza riportiamo anche qualche breve cenno sull'ABBIGLIAMENTO MILITARE riprodotto dalla nostra Associazione.L'armato poteva essere tanto un popolano quanto un nobile o ricco possidente; ciò che faceva la differenza era il tipo di protezione in uso.Mentre il nobile poteva permettersi un armamento completo, il popolano faceva uso di accorgimenti tecnici per trasformare in arma un più consuetudinario strumento di lavoro (es. falcione).Il CAVALIERE è il simbolo del Medio Evo, celebrato e declamato nei poemi cavallereschi di tutta Europa; esso indossava innanzitutto un GAMBESON o AKETON, un giaccone trapuntato fatto con crini di cavallo, lana e cotone.Sopra al gambeson, veniva calato l'USBERGO, una tunica fatta in maglia di ferro; la lunghezza dell'usbergo, in taluni casi, era sintomo del ruolo ricoperto in battaglia: il cavaliere a cavallo portava maniche lunghe spesso unite a manopole in ferro, mentre il miles a piedi portava solo mezze maniche in ferro.Poco per volta, l'usbergo venne modificato e migliorato, andando a separare la corazza a protezione dell'addome (COTTA DI MAGLIA) dal cappuccio (CAMAGLIO) e dalle manopole a protezione delle mani.