La settima edizione del progetto "Vita Militare e Civile nel Risorgimento Italiano" identifica come leitmotiv che accomuna le "tappe" progettuali  i luoghi della memoria, cioè le dimore storiche, palazzi, fortificazioni che, a vario titolo, hanno lasciato traccia dell’esperienza risorgimentale.
Presentiamo, dunque, gli spazi ed i luoghi che ci vedranno attori nel riportare la Storia a vivere, in questo anno 2023.

La Fortezza di Verrua - 29 e 30 aprile Verrua Savoia (TO)


I Cacciatori delle Alpi a Verrua SavoiaLa vicenda storica
All'inizio delle ostilità, i Cacciatori delle Alpi erano schierati all'estremo Sud del concentramento di truppe alleate franco-piemontesi, alla destra del Po a Brusasco, Cavagnolo e Verrua.
Da Brusasco partirono varie compagnie armate, al comando del capitano Gorini, per presidiare la fortezza di Verrua, con cannoni moderni del modello Cavalli.
Nel frattempo, Garibaldi fece realizzare dai “Cacciatori delle Alpi” molte trincee campali nella confluenza della Dora nel Po, sotto la rocca di Verrua, ispezionata di persona e considerata assai importante per la qualità strategica dell’ampio orizzonte sulla pianura sottostante e per il controllo del traffico fluviale. Fu poi la volta dei circostanti moduli collinari, da lui presidiati con contingenti distribuiti tra Brozolo e Cavagnolo, tra la rocca di Verrua e le immediate vicinanze, nell’eventualità che gli austriaci scegliessero la meno agevole, ma più vulnerabile, strada della Valcerrina.
Garibaldi volle infine insediare in località Case Coppa, un servizio logistico di sussistenza e di assistenza ai feriti con relativa ambulanza.


La casa di Vittorio Emanuele II - 27 e 28 maggio Palestro (PV)

Rievocazione-battaglia-di-Palestro-2023La vicenda storica
Il primo grande scontro della Seconda Guerra di Indipendenza fu la battaglia che coinvolse i territori di Vinzaglio, Casalino, Confienza e Palestro, passata alla storia come “La battaglia di Palestro”.
All'alba del 30 maggio i Piemontesi passato La Sesia si scontrarono con la divisione Lilia (circa 6500 uomini), costringendola alla ritirata.
Quella sera stessa, il Feldmaresciallo Zobel ricevette l'ordine di riconquistare le località perse e a tal fine preparò un attacco per il giorno seguente con le divisioni Lilia e Jellacic: due brigate furono utilizzate per un attacco su Palestro, una per assalire Confienza mentre un'ultima brigata fu posta a riserva.
Il 31 maggio, 25000 Austriaci tentarono di riprendere le posizioni perdute nel fatto d'armi del giorno precedente.
Il paese di Palestro si presentava difeso da circa 13000 uomini al comando del generale Cialdini affiancato da Vittorio Emanuele II.
L'offensiva austriaca fu sbaragliata completamente dagli Zuavi francesi guidati da Vittorio Emanuele in persona. Moltissimi soldati austriaci annegarono nel cavo Sartirana nel corso della ritirata.
In questo conflitto gli alleati ebbero molti morti e feriti; ma il nemico, oltre il maggior numero di morti e feriti, e 400 che perirono annegati in un canale, lasciò agli alleati 1000 uomini prigionieri e 8 cannoni, dei quali cinque furono presi dagli Zuavi che fecero prova di sommo valore.

Il Forte Geremia - 8 e 9 Luglio Masone (GE)

La vicenda storica
Costruito dal genio militare del Regno d'Italia, verso la fine del XIX secolo, sull'ampia anti-cima orientale del Bric Geremia, formava un complesso di fortificazioni che, assieme alla vicina Batteria Aresci (ora semidistrutta), aveva lo scopo di controllare il passo del Turchino e le valli adiacenti. La decisione della sua edificazione fu voluta per un maggior controllo del valico appenninico che, a partire dalla fine del XIX secolo, assunse grande importanza storica e commerciale per le vallate del Ponente genovese e per la stessa Genova.
Le due costruzioni difensive, circondate da un notevole fossato, furono dotate di un telegrafo e di una strada militare permettendo così un rapido collegamento viario e di comunicazione.

La Ridotta Maria Teresa - 20 Agosto Avrieux (Francia)

Locandina Avrieux ridLa vicenda storica
Eretta tra il 1817 e il 1834 per difendersi da eventuali attacchi francesi, la barriera dell'Esseillon è composta da cinque forti nei comuni di Aussois e Avrieux.
La barriera dell'Esseillon comprendeva 4 forti e una ridotta che portavano il nome di membri della famiglia Savoia. Furono costruiti secondo il modello di Montalembert che, a differenza del modello di Vauban, si basa sul principio delle fortificazioni perpendicolari e delle torri d'armi:
- Forte Victor-Emmanuel (Grand Site du Département e Sito di interesse regionale, questo edificio è stato sottoposto a un importante programma di restauro.
- Fort Charles-Albert (di questo edificio rimangono solo due piccoli edifici di guarnigione e la base di una torre).
- Fort Charles-Félix (distrutto per ordine di Napoleone III quando la Savoia divenne parte della Francia nel 1860).
- Fort Marie-Christine (centro culturale, gîte di sosta, ristorante e porta del Parco Nazionale della Vanoise, dove è possibile visitare e partecipare a eventi speciali).
- Redoute Marie-Thérèse (Centro di interpretazione del patrimonio fortificato).
Presso il sito dell'Esseillon trascorse una parte del proprio servizio militare, nella specialità del genio, il giovane Camillo Benso conte di Cavour.

Il Forte Preara - 24 Settembre Verona

Forte Preara a VeronaLa vicenda storica
E' una piccola fortificazione poligonale costruita dagli Austriaci nel 1859 sopra i resti di un villaggio dell'Età del Bronzo sito sulla dorsale Prefitta, a metà strada fra il Castello ed il Piloton.
E' stato progettato dal maggiore, poi tenente colonnello, Franz von Neuhauser su commissione diretta dell'Impero Asburgico per il tramite del Comandante d'Armata Ludwig von Benedek ed intitolato al barone Franz von John, cavaliere dell'Ordine di Maria Teresa, per le azioni nelle battaglie di Goito e Volta Mantovana (1848).
Il forte faceva sistema direttamente con la batteria del vicino Castello, e stabiliva l'estremo caposaldo, sulla sinistra d'Adige, del grande campo trincerato. Il settore principale delle sue artiglierie, a cielo aperto, batteva verso settentrione la dorsale collinare al fine di interdire manovre di penetrazione e aggiramento, incrociando il fuoco anche con le Torri Massimiliane schierate sul crinale contrapposto di Monte Gaina.
Con le artiglierie in casamatta del fronte orientale batteva di fianco lo sbocco della valle di Montorio-Mizzole. Due pezzi, dal fronte sud, chiudevano l'intervallo verso il Castello.
Infine, dal fronte di gola, altri due pezzi d'artiglieria battevano di fianco lo sbocco della Valpantena, in concorso con il puntone orientale di Castel San Felice e con le Torri Massimiliane.
Poteva contenere 120-140 soldati, l’armamento principale era composto da quattordici cannoni.
Successivamente alla dipartita degli austriaci, nel 1866, il forte prese il nome di Preara, dovuto al toponimo nel dialetto locale; la preara è un ammasso esteso di “preoni”, rocce, infatti la sommità della collina presenta uno strato roccioso più o meno regolare e in parte interrato. Oggi il forte è visitabile e offre una vista panoramica sulla città e sulla valle.

 

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